L'euro è risalito a quota 1,19 dollari, tornando in vista dei massimi storici toccati lo scorso maggio a quota 1,1933. In precedenza la moneta unica europea aveva toccato un minimo di seduta di 1,1736 dollari. Sull'andamento odierno dell'euro hanno pesato in particolare i dati diffusi oggi relativi agli acquisti netti di titoli statunitensi fatti da investitori esteri. Nel mese di settembre si è avuto infatti un saldo netto positivo per appena 4,190 miliardi di dollari, in netta contrazione rispetto ai 49,902 mld del mese precedente ed ai 73,368 mld di luglio. In pratica, questo vuol dire che si è avuto un afflusso molto inferiore rispetto al normale dei capitali indirizzati verso asset Usa, in particolare verso i Treasury, cioè i titoli del Tesoro statunitense. L'impennata dell' euro è da mettere in relazione anche con il dato relativo all' inflazione, che ad ottobre negli Usa è rimasta ferma, con la conseguenza che i tassi dovrebbero restare bassi ancora per parecchio tempo. La circostanza spinge gli investitori a dirottare i capitali verso asset con una remunerazione più redditizia. Ansa-Radiocor, 18 novembre 2003, ore 17
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